martedì 12 gennaio 2016

Oscar 2016: la corsa per il Miglior Film in Lingua Straniera - I Frontrunners


Manca pochissimo. Giovedì 14 Gennaio, alle 14.30 ora italiana, conosceremo le nomination di tutte le categorie ai prossimi Academy Awards, i premi Oscar che verranno consegnati Domenica 28 Febbraio.
Dato che nella categoria Miglior Film Straniero conosciamo già i nomi delle pellicole e Paesi pre-selezionati che verranno ridotti a cinque, ho pensato di fare un riassunto-presentazione di tutti e nove i film in questione che dividerò in tre parti. Ovviamente la maggior parte di queste pur interessanti opere non è ancora stata distribuita in Italia e forse mai lo sarà, ma questo almeno per me è solo un motivo in più per andare a recuperarle dall'oblio.

Bando alle ciance, iniziamo dai tre titoli più quotati per la vittoria finale e che, secondo il mio modesto parere, hanno le maggiori chances di entrare nelle nomination.



1. Mustang - FRANCIA


Paese: FRANCIA, TURCHIA, GERMANIA

Regia: Deniz Gamze Ergüven

Durata: 97 min.

Distribuzione italiana: Ottobre 2015

In un remoto paese della Turchia rurale cinque sorelle orfane, cresciute dalla nonna e uno zio, al ritorno da scuola si intrattengono sulla spiaggia con un gruppo di loro compagni maschi. Fanno il bagno, si spruzzano l’acqua a vicenda. Un gioco innocente. Ma nel villaggio è subito scandalo. Le ragazze vengono segregate in casa, senza possibilità di uscire, e la famiglia si affretta a organizzare matrimoni combinati per tutte loro. Le sorelle, spinte da un forte desiderio di libertà, cercheranno di opporsi alla famiglia con tutti i mezzi a loro disposizione…


Deniz Gamze Ergüven ha fatto centro con il suo esordio alla regia di un lungometraggio, raccogliendo premi e nomination ovunque. Il suo film ha Vinto il Premio LUX 2015, assegnato dall'Unione Europea ed è stato candidato come miglior film agli European Film Awards, gli oscar del cinema europeo, dove ha vinto il premio come Miglior scoperta dell’anno, e ai Golden Globes dove giusto ieri è stato sconfitto dall'ungherese Son of Saul
La regista, nata in Turchia, ha studiato cinema in Francia, acquisendo la doppia nazionalità. Ecco spiegato perché il film, in apparenza turco in tutto e per tutto (cast, ambientazioni) è stato scelto dalla Francia come proprio candidato per il Miglior film straniero. Un film che a prima vista sembra assomigliare molto a una versione europea de “Le vergini suicide” e tocca temi di forte attualità come la condizione femminile e lo scontro tra tradizione e modernità nella Turchia attuale. Alla luce di quanto successo ai Golden Globes non so se si possa considerare il principale favorito per la statuetta, ma quantomeno una nomination sembra già assicurata…






2. Dio esiste e vive a Bruxelles (The Brand New Testament) - BELGIO


Paese: BELGIO, FRANCIA, LUSSEMBURGO

Regia: Jaco Van Dormael

Durata: 113 min.

Distribuzione italiana: dal 26 Novembre 2015

Dio esiste, vive a Bruxelles con moglie e figlia adolescente, e non è per niente buono come si potrebbe credere. Al contrario, si diverte a complicare la vita degli uomini. Sua figlia, stanca dell’atteggiamento meschino del padre, decide di rivelare agli umani le loro date di morte, e poi si avventura tra di loro in cerca di nuovi discepoli, mentre tutti si chiedono come spendere al meglio il tempo che resta da vivere…


Questa è la premessa da cui prende il via l’originale e irriverente commedia nera del regista di film di successo come “L’ottavo giorno”, “Toto le héros” e "Mr Nobody". Benoit Poelvoorde incarna un dio meschino, annoiato ed estremamente cinico che gode delle disgrazie che lui stesso infligge agli uomini. Ne nasce una commedia grottesca e surreale, sicuramente uno dei film più originali e scorretti dell’anno. Dopo la nomination ai Golden Globes, era lecito aspettarsi di trovarlo in gara anche per gli Oscar. E infatti eccolo qui, con le quotazioni per una nomination in netto rialzo…





3. Il figlio di Saul (Son of Saul) – UNGHERIA



Paese: UNGHERIA

Regia: Laszlo Nemes

Durata: 107 min.

Distribuzione italiana: dal 21 Gennaio 2016

Auschwitz, 1944. Nell’inferno del campo di concentramento, Saul Auslander è un prigioniero ebreo ungherese costretto a lavorare come membro del Sonderkommando, addetto al funzionamento del forno crematorio. Pensando di riconoscere tra i cadaveri che deve cremare quello di suo figlio, cercherà un riscatto morale in un’impresa impossibile: trafugare il corpo del ragazzo e trovare un rabbino per farsi aiutare a seppellirlo.


È tra tutti i candidati forse il film più titolato, quello dell’esordiente Laszlo Nemes, capace di vincere il Grand Prix speciale della Giuria a Cannes e ora fresco di Golden Globe. Il regista ungherese, per anni assistente alla regia del maestro Bela Tarr, unisce uno stile innovativo che non lascia indifferenti con la tematica dell’Olocausto, che ha saputo convincere anche la critica statunitense. È sicuramente uno dei favoriti per la vittoria finale, forse adesso ha persino superato il rivale principale Mustang. In ogni caso la nomination dovrebbe essere assicurata…





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